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INFEZIONI OSPEDALIERE

responsabilità, rischi e tutela legale

Le infezioni ospedaliere (o Infezioni Correlate all’Assistenza – ICA) rappresentano una delle principali complicanze nei ricoveri ospedalieri. Si tratta di infezioni contratte durante la degenza o in seguito a procedure sanitarie, che non erano presenti prima dell’accesso in ospedale.

Secondo le statistiche del Ministero della Salute, circa il 6% dei pazienti ricoverati contrae un’infezione ospedaliera. In alcuni casi, queste infezioni sono inevitabili, ma in molti altri derivano da carenze organizzative o errori nella prevenzione, rendendo la struttura sanitaria responsabile.

Quali sono le principali cause delle infezioni ospedaliere?

Le infezioni possono essere causate da una serie di fattori, tra cui:
Scarsa igiene delle mani da parte del personale sanitario.
Sterilizzazione inadeguata degli strumenti chirurgici o diagnostici.
Uso improprio o eccessivo di antibiotici, che favorisce la diffusione di batteri resistenti (es. MRSA).
Ambienti ospedalieri contaminati (stanze, letti, apparecchiature mediche).
Uso prolungato di dispositivi invasivi come cateteri e ventilatori meccanici.

Le infezioni più comuni includono:

  • Infezioni delle vie urinarie → legate all’uso prolungato del catetere.
  • Polmoniti nosocomiali → frequenti nei pazienti in terapia intensiva.
  • Sepsi e batteriemie → infezioni gravi che possono derivare da accessi venosi contaminati.
  • Infezioni della ferita chirurgica → spesso causate da una scarsa sterilizzazione.

Chi è responsabile in caso di infezione ospedaliera?

  1. La struttura sanitaria è responsabile fino a prova contraria

L’ospedale ha il dovere di prevenire le infezioni adottando protocolli di sicurezza adeguati. Se un paziente contrae un’infezione durante il ricovero, si applica il principio della responsabilità contrattuale (art. 1218 c.c.), il che significa che la struttura è presunta responsabile, salvo prova contraria.

Cosa significa?
Il paziente non deve dimostrare la colpa dell’ospedale, ma solo che l’infezione è stata contratta durante il ricovero.
Spetta alla struttura provare di aver adottato tutte le misure necessarie per prevenirla.

Una recente sentenza della Cassazione ha confermato che, una volta provata la presenza di un’infezione contratta in ospedale, la struttura è tenuta a risarcire il paziente, a meno che non dimostri di aver seguito scrupolosamente tutti i protocolli di prevenzione.

  1. Il medico è responsabile?

Il singolo medico non è automaticamente responsabile per un’infezione ospedaliera, a meno che:
Non abbia seguito le linee guida per la prevenzione delle infezioni.
Abbia omesso di diagnosticare o trattare tempestivamente l’infezione.
Abbia prescritto farmaci in modo errato, contribuendo al peggioramento della condizione del paziente.

Se l’infezione è stata causata da una mancata sterilizzazione degli strumenti chirurgici o da una cattiva gestione dell’igiene ospedaliera, la responsabilità ricade sulla struttura sanitaria e sul Direttore Sanitario.

Quando il paziente ha diritto al risarcimento?

Un paziente può chiedere il risarcimento se l’infezione ospedaliera ha causato:
Prolungamento del ricovero e della degenza.
Complicanze gravi o invalidità permanente.
Necessità di ulteriori interventi chirurgici o trattamenti.
Decesso del paziente (con diritto al risarcimento per i familiari).

Un caso concreto
Un paziente ricoverato per un intervento ortopedico contrae un’infezione batterica che prolunga il ricovero di 3 mesi e rende necessario un nuovo intervento. Il tribunale riconosce un risarcimento per danno biologico, morale ed esistenziale, poiché l’ospedale non aveva dimostrato di aver rispettato le misure di prevenzione delle infezioni.

Come si dimostra la responsabilità dell’ospedale?

Per ottenere un risarcimento, è fondamentale raccogliere prove concrete. Ecco cosa deve fare il paziente:

Richiedere la cartella clinica completa, per verificare quando è stata diagnosticata l’infezione e quali trattamenti sono stati somministrati.
Consultare un medico legale, per stabilire il nesso tra l’infezione e il ricovero ospedaliero.
Verificare se l’ospedale ha rispettato i protocolli di igiene, controllando la documentazione sulla sterilizzazione e la gestione del rischio infettivo.
Dimostrare che l’infezione ha causato un danno concreto, come peggioramento della salute, prolungamento del ricovero o invalidità.

Quali difese ha l’ospedale per evitare il risarcimento?

Per evitare il risarcimento, l’ospedale deve dimostrare che:
L’infezione era inevitabile, perché causata da fattori indipendenti dall’organizzazione sanitaria.
Sono stati seguiti tutti i protocolli previsti, come la corretta sterilizzazione degli strumenti e il rispetto delle norme di igiene.
Il paziente aveva già un’infezione latente, che si è sviluppata indipendentemente dal ricovero.

Una sentenza della Cassazione (n. 6386/2023) ha stabilito che l’ospedale deve dimostrare di aver adottato tutte le precauzioni necessarie. Se non è in grado di farlo, viene riconosciuta la responsabilità della struttura e il paziente ha diritto al risarcimento.

Come possono tutelarsi i medici e il personale sanitario?

Anche il personale sanitario può essere coinvolto in contestazioni legate alle infezioni ospedaliere. Per proteggersi, è fondamentale:
Seguire scrupolosamente le linee guida di prevenzione delle infezioni.
Documentare ogni azione preventiva adottata, come la sanificazione degli strumenti e il rispetto delle misure igieniche.
Segnalare eventuali carenze organizzative, evitando di assumersi responsabilità che spettano alla direzione sanitaria.

Conclusione
Le infezioni ospedaliere sono un problema serio, ma non inevitabile. Se causate da negligenza della struttura sanitaria, il paziente ha diritto a un risarcimento. Per i sanitari, il rispetto dei protocolli è la migliore tutela contro eventuali responsabilità

FAQ

frequently asked questions

Se il paziente contrae un’infezione durante il ricovero e la struttura non dimostra di aver adottato tutte le misure preventive necessarie.

La struttura sanitaria, salvo prova contraria.
Il medico, se ha omesso di diagnosticare o trattare tempestivamente l’infezione.

Cartella clinica con dati sulla diagnosi dell’infezione.
Prova che l’infezione non era presente prima del ricovero.
Valutazione medico-legale per verificare il rispetto dei protocolli sanitari.

Sì, se l’infezione ha causato prolungamento del ricovero, complicanze gravi o danni permanenti.

✔ Documentare tutte le procedure adottate.
✔ Seguire scrupolosamente i protocolli igienico-sanitari.
✔ Segnalare carenze organizzative della struttura.

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