DIARIO CLINICO ODONTOIATRICO : UN TALLONE D’ACHILLE

Commento a Trib. Pavia, 16 giugno 2025, RG 2859/2023

La recente sentenza del Tribunale di Pavia offre uno spunto rilevante su una criticità ancora troppo frequente nelle cause odontoiatriche: l’incompletezza del diario clinico.

Nel caso deciso, l’odontoiatra convenuto sosteneva di non aver più curato la paziente dal settembre 2020, mostrando un diario clinico “fermo” a quella data.

Eppure, le chat WhatsApp, i certificati successivi e persino una dichiarazione con timbro e firma del medico attestavano prestazioni fino all’aprile 2022.

Il Giudice ha quindi ritenuto inattendibile il diario clinico e, richiamando la giurisprudenza della Cassazione (ad es. Cass. civ. 4424/2021; Cass. civ. 26428/2020), ha ricordato che:

👉 la difettosa tenuta della cartella o del diario clinico non può mai pregiudicare il paziente, il quale può ricorrere a presunzioni e prove indirette;
👉 anzi, l’assenza di annotazioni gioca contro il sanitario, perché spetta a quest’ultimo fornire la prova della corretta esecuzione delle prestazioni.

Il punto critico

L’odontoiatria soffre di un paradosso: è tra i settori con più contenziosi, ma il diario clinico è spesso incompleto, approssimativo o addirittura inesistente. Questo espone i professionisti a rischi enormi:

  • indebolisce la difesa in giudizio;

  • lascia spazio a ricostruzioni alternative basate su chat, testimonianze, presunzioni;

  • compromette la credibilità del professionista anche davanti ai CTU.

L’insegnamento della sentenza di Pavia

Il Tribunale ha ribadito che un diario clinico non aggiornato non può essere usato come scudo difensivo, ma anzi diventa un elemento che aggrava la posizione del medico.
La vicenda si è conclusa con la condanna dell’odontoiatra al risarcimento dei danni, nonostante le contestazioni difensive, proprio perché la ricostruzione dei fatti è stata resa possibile anche contro la documentazione clinica prodotta.

TRE SPUNTI DA PORTARE A CASA

🔹 1. Il diario clinico è una prova a doppio taglio
Se lacunoso o non aggiornato, non difende il professionista, ma anzi rafforza la posizione del paziente.

🔹 2. Non è solo un registro, ma un presidio legale
Annotare con continuità terapie, materiali usati, complicanze e follow-up non è solo buona pratica clinica: significa costruire un dossier difensivo credibile.

🔹 3. La Cassazione lo considera determinante
Sempre più spesso la Suprema Corte e i Tribunali richiamano il principio della “vicinanza della prova”: il diario è nella disponibilità del medico, quindi la sua mancanza o incompletezza non si scarica sul paziente.

PERCHE’ E’ ATTUALE IN ODONTOIATRIA

In odontoiatria, il diario clinico viene spesso percepito come “secondario”: tante prestazioni, tempi ristretti, documentazione frammentaria.
Ma è proprio questa discontinuità a diventare un vulnus difensivo.

La sentenza di Pavia mostra come chat, preventivi e certificazioni possano sostituire l’assenza di annotazioni cliniche, con un effetto: il giudice ritiene inattendibile la versione del professionista.


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